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Hans Jörg Glattfelder | Un'idea concreta

08 June 2017 - 16 September 2017
Via Mario Giuriati, 9

Menhir Arte Contemporanea è orgogliosa di annunciare l'apertura della mostra di Hans Jörg Glattfelder giovedì 8 giugno 2017.

Questa non è una mostra che necessita solo del coinvolgimento della percezione sensibile ed emotiva degli spettatori, ma anche della conoscenza dell'idea che sta alla base di queste opere. È per questo che Hans Jörg Glattfelder, uno dei più noti pittori concreti e costruttivisti, ci ha messo a disposizione uno dei più comuni strumenti di apprendimento: un glossario, un dizionario per comprendere il linguaggio utilizzato dall'artista per la creazione delle sue opere. La volontà di Glattfelder di spiegare, discutere e condividere il suo pensiero è probabilmente ciò che più lo caratterizza. Artista, filosofo e storico dell'arte, il tutto unito in un'unica persona capace di seguire fedelmente l'Arte concreta di Theo Van Doesburg sviluppando un meta-linguaggio necessario per il passare del tempo: fare Arte Concreta ripensando i presupposti dell'Arte Concreta.

Dalla maggior parte dei suoi scritti emerge uno studio attento e ravvicinato della storia dell'arte e, in particolare, di questo movimento artistico. Date le origini dell'Arte Concreta negli anni '30, questo storico-artista sostiene con fervore che, per non essere soggetti a etichette postmoderne, è necessario "reagire alla forza originaria di quest'arte attraverso il pensiero. Chi decide di operare in questo campo deve misurarsi con le sue idee di base, idee forti che hanno un marcato carattere utopico".

La matematica e la geometria erano solo un piccolissimo aspetto per Van Doesburg; la sua idea rivoluzionaria era quella di spostare il processo artistico dal "significato" al "significante", dal contenuto raccontato ai puri segni, che pretendeva "non significassero altro che se stessi".

Come ha affermato Glattfelder, "In questo modo Van Doesburg completò lo sconvolgimento iniziato da Du-Champ e Malevich, razionalizzando e consolidando le loro conquiste, e portando le arti visive verso l'autonomia che la musica aveva ottenuto molte generazioni prima. Quest'area di ricerca è ancora aperta". È proprio in quest'area che agisce il filosofo Glattfelder quando crea le sue opere e scrive saggi e idee teoriche: egli non fossilizza ciò che è stato ma cerca continuamente, da più di quarant'anni, una nuova interpretazione accettando, rifiutando o elabo- rando i principi dell'Arte Concreta. Dall'inizio della sua produzione artistica negli anni '60, con i suoi Approcci, i Primi rilievi e i suoi famosi Rilievi-Piramide, ha rifiutato la dottrina degli "angoli retti" e ha introdotto l'idea della geometria "non euclidea" nell'arte costruttiva con la serie dei Mezzi non euclidei (NEM). Con le sue Reti e i Regoli-Colore degli anni '70, ha studiato la percezione visiva all'interno di una spazialità più complessa e fantasiosa: queste opere erano rilievi di colore realizzati su tela che diventavano una vera e propria "struttura" e piano di indagine. Le NEM come le Permutazioni degli anni '80, per usare le parole dell'artista, sono "pensieri sulla correlazione epistemologica tra cultura scientifica e linguaggio plastico". Con i Rilievi Sintetici degli anni '90 rifiuta le linee rette e le sostituisce con quelle oscillanti.

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Menhir Arte Contemporanea is proud to announce the opening of the exhibition of Hans Jörg Glattfelder on Thursday, June, 8, 2017.

This is not a show that needs just the involvement of the sensitive and emotive perception of the viewers, but also knowledge of the idea at the heart of these works. It is due to this that Hans Jörg Glattfelder, one of the best-known Concrete and Constructivist painters, has made available to us one of the most common tools for learning: a glossary, a dictionary for understanding the language utilized by the artist for the creation of his works. Glattfelder’s willingness to explain, discuss, and share his thoughts is probably what characterizes him most. An artist, philosopher, and art historian, and all united in a single person capable of faithfully following the Art concrete of Theo Van Doesburg by developing a meta-language necessary for the passing of time: to make Concrete Art by rethinking the prerequisites of Concrete Art.

 

There emerges from most of his writings a close and attentive study of art history and, in particular, of this art movement. Given the origins of Concrete Art in the 1930s, this artist-historian fervently holds that, in order not to be subject to postmodern labels, it is necessary «to reactivate the original strength of this art through thought. Those who decide to operate in this field must measure themselves against its basic ideas, strong ideas that have a marked utopian character». Mathematics and geometry were only a very small aspect for Van Doesburg; his revolutionary idea was to shift the art process from the “signified” to the “signifier”, from the content recounted to pure marks, which he demanded, «should not mean anything other than themselves».

As Glattfelder has stated, «In this way Van Doesburg completed the upheaval begun by Du- champ and Malevich, by rationalizing and consolidating their conquests, and by bringing the visual arts towards the autonomy that music had gained many generations before. This area of research is still open».

 

It is in this very area that Glattfelder the philosopher acts when he creates his works and writes essays and theoretical ideas: he does not fossilize what has been but has continuously searched, for more than forty years, for a new interpretation by accepting, rejecting, or elaborating the principles of Concrete Art.

From the beginning of his art production in the 1960s, with his Approaches, Early reliefs, and his famous Pyramid-reliefs, he has rejected the doctrine of “right angles” and has introduced the idea of “non-Euclidean” geometry into Constructive art with his series of Non-Euclidean Metaphors (NEMs). With his Nets and Colour-Rulers from the 1970s, he studied visual perception within a more complex and imaginative spatiality: these works were color reliefs made from canvas that became a genuine “structure” and plane of inquiry. Such NEMs as the Permutations of the 1980s, to use the artist’s words, are «thoughts about the epistemological correlation between scientific culture and plastic language». With the Synthetic Reliefs of the 1990s, he rejected straight lines and substituted them with oscillating ones.